Giorno 1: Arrivo a Dar es Salaam
L’aereo atterra dolcemente a Dar es Salaam, la città più grande della Tanzania. L’aria calda mi avvolge immediatamente appena scendo dall’aereo. Il cielo è limpido e l’umidità africana si fa sentire, ma è un abbraccio diverso da quello a cui sono abituata. Sento già il richiamo dell’avventura. All’uscita vengo accolta dalla mia guida Maasai, nel suo tradizionale abito rosso che contrasta con il paesaggio verdeggiante. Dar es Salaam è vivace, colorata, con mercati pieni di odori intensi: spezie, frutta esotica, e il rumore costante di clacson e conversazioni animate. Il mio viaggio è appena iniziato e non vedo l’ora di esplorare ogni angolo.
Giorno 2: Incontro con i Maasai
Oggi con la mia guida Maasai ho preso un piccolo volo interno per Arusha, la porta d’accesso ai grandi parchi del nord. Abbiamo parlato molto della sua cultura, della sua vita nomade e del profondo rapporto che i Maasai hanno con la natura. Mi sento piccolo di fronte alla loro conoscenza e al rispetto che mostrano per la terra. Mi ha raccontato e mostrato le immagini del loro villaggio, fatto di capanne di fango e sterco di mucca. Le case sono semplici ma trasmettono una sensazione di vita vissuta con autenticità. Non posso fare a meno di pensare a quanto siamo lontani con la nostra tecnologia e il nostro stile di vita frenetico.
Nel pomeriggio, sono stato portato a vedere un villaggio Masai. Le capanne di fango e sterco di mucca sono semplici, ma trasmettono una sensazione di vita vissuta con autenticità. Non posso fare a meno di pensare a quanto siamo distanti, con la nostra tecnologia e il nostro stile di vita frenetico.
Giorno 3: Safari nel Serengeti
Non ci sono parole per descrivere l’emozione di entrare nel Serengeti. È un oceano di erba dorata che si estende all’infinito sotto un cielo blu intenso. Dopo solo un’ora di safari, eccoli lì: i leoni. Due, sdraiati sotto un albero, appena visibili nell’erba alta. Ci fermiamo e restiamo in silenzio. Osservarli nel loro habitat naturale è qualcosa di magico, quasi mistico. Qui la natura ha le sue regole e io sono solo un ospite che osserva.
Vediamo anche elefanti, giraffe e gazzelle. Ogni incontro sembra un regalo. La mia guida mi parla della Grande Migrazione, quel periodo dell’anno in cui milioni di animali si spostano in cerca di acqua e cibo. Purtroppo non è il momento giusto per vederla, ma immaginare quella moltitudine di zebre e gnu che attraversano i fiumi è sufficiente per emozionarmi.
Giorno 4: Cratere di Ngorongoro
Il cratere di Ngorongoro è uno dei luoghi più belli che abbia mai visto. È una caldera vulcanica intatta, un giardino edenico popolato da animali selvatici di ogni tipo. Qui ho avuto l’incredibile fortuna di vedere un rinoceronte nero, una specie in via di estinzione. Non pensavo fosse possibile provare così tante emozioni in un solo giorno.
Il silenzio del cratere è interrotto solo dai suoni della natura: il fruscio dell’erba, il cinguettio degli uccelli e, di tanto in tanto, il lontano ruggito di un leone. È un ambiente quasi surreale e, mentre la jeep si muove tra zebre e bufali, mi sento parte di qualcosa di più grande, come se fossi connesso a questa terra in modo profondo.
Giorno 5: Zanzibar, il paradiso sul mare
Dopo giorni di avventure terrestri, è tempo di rilassarsi. Prendo un volo per Zanzibar, l’isola delle spezie, con le sue spiagge bianche e le acque turchesi. L’isola ha un ritmo diverso: qui tutto sembra più lento, più calmo. Passeggio lungo la spiaggia di Nungwi, dove l’oceano sembra un mosaico di blu e verde. I dhow, le tradizionali barche a vela, scivolano sul mare al tramonto, dipingendo un quadro perfetto.
La sera assaporo i sapori unici della cucina swahili: pesce fresco al curry, riso speziato e il dolce profumo del cocco. Le stelle sopra di me brillano come non le ho mai viste prima e mi sento profondamente grata per tutto ciò che ho vissuto finora.
6° giorno: Stone Town e il passato di Zanzibar
Oggi visito Stone Town, la parte storica di Zanzibar. È un labirinto di vicoli stretti, con edifici che raccontano storie di commercianti, schiavi e sultani. La città è un affascinante mix di culture: Araba, persiana, indiana ed europea. Ogni porta intagliata che incontro sembra avere una sua storia e le moschee si mescolano ai rumorosi mercati.
Visito la Casa delle Meraviglie, un tempo palazzo reale, e il vecchio mercato degli schiavi, dove la storia oscura di Zanzibar emerge in tutta la sua potenza. È un luogo di riflessione, ma anche di speranza: La Tanzania di oggi è una nazione in crescita, orgogliosa del suo passato ma proiettata verso il futuro.
Giorno 7: Ritorno alla realtà
Il mio viaggio in Tanzania sta per concludersi e, mentre mi preparo a lasciare questo Paese, provo un misto di emozioni. Da un lato, non vorrei mai andarmene. Dall’altro, so che porterò con me tutto ciò che ho vissuto: i tramonti sul Serengeti, i sorrisi delle persone che ho incontrato lungo il cammino, il rumore del mare che lambisce le coste di Zanzibar.
La Tanzania è più di un semplice luogo. È una sensazione, un’emozione, una scoperta. Mi ha mostrato la bellezza incontaminata del mondo e mi ha ricordato quanto sia importante rallentare e apprezzare ogni momento. E mentre l’aereo decolla, sogno già il giorno in cui tornerò in questa terra di meraviglie.